dr. Roko Mišetić - Moise

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dr. Roko Mišetić

Le origini
 
ROKO MIŠETIĆ (1845-1908), INSIGNE MEDICO, PATRIOTA,
 PERSONAGGIO PUBBLICO ED UMANITARIO
(Testo redatto dal dott. Ivo Marinović e pubblicato su “AMHA – Acta medico-historica adriatica” 2005;4(2):249-256)
 
 
Lo scopo di questo saggio è la rievocazione della vita e dell'opera d'un illustre medico dalmata, eccellente professionista ed organizzatore, come pure funzionario pubblico, animato da aneliti patriottici e tendenze politiche progressiste.
 
 
Cenni biografici
 
 
Roko Mišetić figlio di Augustin, nacque il 27 maggio 1845 a Splitsko, un villaggio sull'isola di Brazza (Brać) in una famiglia di lavoratori. Durante la scuola elementare, suo zio, parroco, don Roko Kalafatić, notato il talento del nipote, gli permise di continuare gli studi liceali a Spalato (Split) dove diplomò con massimi voti nel 1863. Una somma modesta di denaro proprio ed una borsa di studio del «Governo della Dalmazia» non bastarono al giovane Mišetić per iscriversi alla Scuola di medicina viennese. L'aiuto d'un mercante ebreo che sostenne il pagamento degli studi di Roko, impressionato dall'ambizione e volontà del giovane a divenire medico fu decisivo. Si laureò nel 1870 ed a Vienna rimase per ancora due anni perfezionandosi in medicina generale presso la Clinica chirurgica del prof. Th. Billroth e la Clinica medica del prof. L. Schrötter con i quali in seguito rimase legato da vincoli d'amicizia. Ritornato alla sua isola natale ebbe la sua prima condotta a Postire dove si distinse durante un epidemia. La «Giunta provinciale dalmatica» in Zara (Zadar) consapevole del valore del dott. Roko Mišetić lo nominò nel 1873. medico primario dell'Ospedale di Ragusa (Dubrovnik). Ivi professò in maniera encomiabile la medicina fino al 1880 sostituendo, quando occorreva, pure il protofisico della città. Ragusa gli conferì con un decreto speciale il più lusinghiero riconoscimento.
 
 
Un medico nella rivolta erzegovese (1875-1876)
 
 
Nel 1875. per ordine del Governo dalmata e a conoscenza della «Giunta provinciale dalmatica» il Mišetić venne assegnato alle truppe montenegrine che partecipavano alla rivolta erzegovese (1875-1878). Vi rimase, insieme a due medici austriaci, sette mesi. In quel periodo, da Grahovo rapportò in lingua italiana, allora lingua ufficiale della Dalmazia, alla «Giunta» in Zara quanto segue:
 
 
Giunto qui, si fa dovere il sottoscritto di avvertire di non poter con la miglior voglia possibile e con la fatica più grande di compiere il proprio dovere ed essere di sollievo a questa povera umanità brutalmente sofferente! Senza letto, pressoché nudi, giacciono a terra questi miseri esposti al freddo e all'umidità senza coperte sufficienti, come bestie stipati in ristrette capanne senza recipienti per fornirli di acqua e raccoglierli le marcia che scorre dalle trascurate e profonde ferite ed insudicia gli unici cenci, che vestono questi infelici. E impossibile descrivere l'impressione che si prova a tal vista così desolante! una sensazione di orrore, un cordoglio si impossessa affatto di colui che è mandato a curar di questi disgraziati e crear levimento alle atroci loro sofferenze. Ma come farlo senza l'indispensabile cioè senza letto e nettezza? A che valgono i medicinali quando non si ha con cosa somministrarli, a che arte umana quando non si ha dove esercitarla? E  che l'umile sottoscritto implora, affinchè l'eccelsa luogotenenza che si pietosa agli preci di quei miseri invii medici e medicinali, mandi qualche letto e coperta, nonchè apparati ortopedici per fasciare e tener fermi gli arti scarozzati ed infranti, poichè soltanto così il sottoscritto potrà compiere la sua nobile missione, per quali egli non mancherà a mettere in opera tutto lo zelo possibile.
 
Grahovo 1 ottobre 1875.
 
Dott. Rocco Mišetić.
 
 
La nobiltà del suo animo e della sua azione si distinsero pure in quel frangente. In riconoscenza ricevette l'elogio del Ministero degli Affari esteri austriaco.
 
 
Nel 1876. all'Ospedale militare di Ragusa fu nominato presidente del Comitato per gli aiuti ai feriti. Elevato allo stesso incarico pure a livello cittadino mise in luce tutte le sue qualità professionali ed etiche, prodigandosi gratuitamente nell'assidua assistenza ai colpiti ed ai profughi erzegovesi, affetti da tifo.
 
 
Il soggiorno a Cetinje (1880-1886)
 
 
Su decisione del «Governo della Dalmazia» e del «Comitato dalmata» il Mišetić dal 1880 al 1886. esplicò la professione di medico alla corte del conte Nikola, a Cetinje. La sua bravura, generosità ed apertura mentale conquistarono il conte Nikola ed i montenegrini. La fama della sua perizia si sparse velocemente tra la gente, soprattutto dopo aver curato con successo la contessa Ksenija, dichiarata dalla medicina di quel tempo afflitta da male incurabile. Intenzionato a mantenere la nazionalità austriaca, dopo essere stato insignito delle più alte onorificenze montenegrine, tornò in Dalmazia dove divenne prima medico primario e direttore del nuovo Ospedale di Zara (1887) e poi medico primario e direttore del nuovo Ospedale di Ragusa (1888) che amministrò fino alla morte avvenuta nel 1908. A Cetinje lasciò un ricordo talmente indelebile che, ogni qualvolta un membro della famiglia del conte cadeva malato, veniva immediatamente chiamato a curarlo.
 
 
I cambiamenti di sede
 
 
Il Mišetić, come suddetto, ebbe quindi la possibilità d'inaugurare due nuovi ospedali in terra dalmata in breve tempo. Il 6. maggio 1888. la «Giunta provinciale dalmatica» acconsentì il cambio di sede tra il dott. Emanuel Luxardo, direttore dell'Ospedale di Ragusa e il dott. Roko Mišetić, direttore del nosocomio zaratino: il primo traslocò a Zara; il secondo a Ragusa. Il Luxardo, originario da Zara, tornò così alla sua città natale, cui era legata pure sua moglie, figlia di Marija e Miha Klaić, professore a Zara e dirigente del Partito popolare dalmata.
 
 
Il soggiorno a Ragusa (1887‑1908)
 
 
Il nuovo ospedale di Ragusa, per le modernità che il Mišetić introdusse, divenne ben presto conosciutissimo luogo di cure non solo per gli ammalati della Dalmazia meridionale, bensì per quelli erzegovesi e montenegrini.
 
 
In chirurgia, Roko Mišetić applicò tutti gli interventi che la chirurgia del tempo conosceva, restando fedele all'antisepsi e trascurando l'asepsi, praticata dai suoi giovani colleghi, il dott. Pugliesi e il dott. Katić.
 
 
Sotto la sua direzione l'ospedale venne fornito dell'impianto elettrico e telefonico; il reparto di röntgenologia venne aperto nel 1906.
 
 
Sprovvisto di competenze specialistiche - le specializzazioni in quel tempo e in quei luoghi erano eventualità molto rare - il Mišetić oberato pure da un intensa attività politica e direzionale trovò il tempo di presentare, nella stampa medica d'allora, particolari casi. Riporto tra tutti gli altri il caso di una paziente, portatrice di un calcolo vescicale rimosso per via uretrale [Mišetić, R. Ogromni kamenac mjehura izvađen na urethru. Lijećnićki vjesnik 1903;25(11):357-358]
 
 
«In una donna quarantacinquenne debilitata da frequenti infiammazioni e dolori alle vie urinarie il Mišetić diagnosticò un enorme calcolo vescicale. Decise di dilatare l'uretra per estrarlo senza ricorrere a cistostomia. L'intervento fu molto arduo essendo la concrezione molto grande. L'uretra dovette essere dilatata più volte. Infine, il calcolo venne estratto con l'aiuto di due dita immesse nella vagina; dita che, esercitando manovra pressore, permisero l'espulsione del calcolo per viam naturalem. Il calcolo, di forma globoide, era lungo 14 e largo 12 cm, pesava 90 g. L'operazione, eseguita senza narcosi, oltre ad intensi dolori ed una breve emorragia, provocò alla paziente incontinenza urinaria che si ristabilì nel giro di 8 giorni».
 
Per quel tempo quest'atto operatorio intrapreso da Mišetić con scienza e maestria fu una vera impresa dell'operatore.
 
 
Sull'attività politica e pubblica
 
 
Roko Mišetić fu grande propugnatore dell'unione della Dalmazia alla Croazia. Il dialogo svoltosi tra lui e Th. Billroth, suo ex maestro, durante una visita a Vienna, è indicatore del pensiero, carattere schietto e senso dell'onore nel Mišetić, ma pure di come l'Austria interpretava le vicende balcaniche. Durante la conversazione, Th. Billroth, sorridendo si rivolse al Mišetić: «Dimmi, Roko, quelli da Krivošije sono degli eminenti chirurgi?» Il Mišetić avrebbe risposto celiando con sincerità: «Sì, caro professore, sono chirurgi bravissimi, forse migliori di lei, ma esclusivamente negli interventi sulla malattia chiamata schiavitù.» La nobiltà del pensiero, il modo intelligente, sottile, d'interpretare e presentare la realtà storica avrebbero entusiasmato il grande chirurgo austriaco.
 
 
Roko Mišetić non fu unicamente stimato come medico; ma pure come patriota croato; un patriottismo il suo composto durante gli anni liceali ed universitari.
 
 
Nel 1886. le isole di Issa (Vis), Faro (Hvar) e Brazza (Brać) lo nominarono rappresentante al Sabor della Dalmazia dove si batté con grande fervore per una Dalmazia croata. Nel 1893, rieletto, si dimise, consapevole di non poter dare il massimo nel campo della politica, tanto l'occupava quello della medicina.
 
 
Roko Mišetić fu la personalizzazione della sincerità, del pensiero aperto, del discorso franco. Personaggio di spiccata individualità non si sottopose mai alla disciplina di alcun partito.
 
 
I ragusei lo amavano. Si dice che avendo avuto il Mišetić una grave infezione a un dito i cittadini di Ragusa si preoccuparono tanto per la sua salute da ordinare messe e preghiere per la sua guarigione. A guarigione avvenuta, nella cattedrale cittadina intonarono addirittura il Te deum.
 
 
Roko Mišetić, colpito da ictus apoplettico, morì il 1° febbraio 1908, nel sessantatreesimo anno di vita. Venne sepolto nel cimitero di San Michele, a Lapad.
 
 
Il suo ambulatorio, sempre zeppo di malati, restò vuoto, per sempre; la gente perse il suo migliore medico. Nonostante una vita d'intenso lavoro, a parte l'ottima reputazione ed il buon nome, lasciò ben poco ai suoi cari.
 

 

Al mondo vi sono solamente 10 categorie di persone:
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